[RECENSIONE] "Le Valli di Dreinor" di Sonia Barelli

Fantasy di stampo classico, ambientato in un mondo parallelo al nostro al quale si accede tramite portali magici distribuiti un po’ per tutto il regno, vede la contrapposizione tra forze del Bene e del Male nella loro eterna lotta per la supremazia, lotta ciclica che non vedrà mai una vittoria definitiva di una delle due parti.

📚QUARTA DI COPERTINA📚

Trascinato a forza in un mondo magico parallelo al nostro, il giovane Alex dovrà lottare per scoprire chi sia lui veramente e, soprattutto, dovrà combattere contro i pregiudizi di due popoli da sempre divisi dalla guerra. Con l'aiuto di un gruppo di compagni tra cui Rayan Morrigan, suo rivale e nemico per tradizione e nascita, intraprenderà un lungo viaggio per recuperare l'Anello Nero, il Sacro gioiello che dopo generazioni potrà riportare la pace in un mondo ormai dilaniato. Ma per far sì che ciò avvenga dovrà riuscire a superare la diffidenza che lo divide dall'Alto Guardiano dell'Anello Bianco e dal suo intero popolo...

👀OPINIONE PERSONALE👀

Alex Hadley, uno dei nostri protagonisti, a diciannove anni è un ragazzo particolare, riflessivo, non accettato dalla maggior parte dei suoi coetanei per il suo carattere a volte un po’ bizzarro; dentro di sé sente di non appartenere al nostro mondo, ma non ha idea da dove questa sensazione gli provenga e quanto essa sia in realtà veritiera: egli infatti proviene da un altro pianeta, Dreinor, collocato in un’altra dimensione dove la magia è quasi all’ordine del giorno e dove egli verrà trasportato contro la sua volontà da Xever, Mago di Corte a servizio di Barrin, sovrano del Kerner.

Giunto nella capitale del Kerner assieme al Mago e a Diana, giovane ragazza proveniente dalla Terra, incontrerà Rayan Morrigan, Alto Guardiano dell’Anello Bianco, e il resto della compagnia con cui dovrà intraprendere la missione che Xever ha per lui: andare a recuperare l’Anello Nero, di cui scoprirà essere l’Alto Guardiano, al dito di Rice Hadley, malvagio Alto Guardiano morto da poco e il cui spirito ancora aleggia nel mondo dei vivi, per riportato al Tempio di Avis a cui appartiene.
A cascata si susseguiranno tutta una serie di avvenimenti che coinvolgeranno tutta la Compagnia, con tradimenti e morti che cambieranno radicalmente i protagonisti; in seguito al ritrovamento dell’Anello Nero, i due Alti Guardiani dovranno imparare a sfruttare la magia che li caratterizza, cosa che viene loro momentaneamente impedita dal loro rapimento per mano di Kiron Beils, cugino di Alex e suo acerrimo rivale.

Toltisi dall’ennesimo impiccio i due giovani apprenderanno finalmente come impiegare correttamente la magia degli Anelli grazie agli insegnamenti di uno spettro; a termine del loro pur breve apprendistato, si dirigeranno a impedire un massacro tra gli eserciti del Rodan e del Kerner, ma un colpo di scena posticiperà i festeggiamenti per la loro vittoria.

La lettura procede in maniera fluida, senza grandi impicci, avvolgendoti e tenendoti legato al libro; i personaggi, l’ambientazione e le vicende sono ben delineate. Alcuni elementi presenti all’interno della trilogia, come la composizione di una compagnia, di un gruppo di eroi pronti a salvare il mondo, sono caratteristici dei fantasy di stampo classico; in particolare, l’autrice si ispira a Terry Brooks, famosissimo scrittore statunitense creatore del mondo di Shannara.

Alex Hadley e Rayan Morrigan sono i protagonisti indiscussi della trilogia e sono anche i personaggi che crescono maggiormente nel corso delle vicende, in parallelo alla profonda amicizia che li legherà sempre di più durante le rocambolesche vicende in cui sono coinvolti. Amicizia particolare, che sembrava quasi impossibile nascesse visto il rancore esistente tra i due popoli e, in particolare, quello che Rayan nutriva nei confronti di quanto fatto da Rice Hadley – e per colpa del quale, inizialmente non vedeva di buon occhio il secondo Guardiano.
Altro personaggio a crescere molto è Diana, tredicenne originaria del nostro mondo che seguirà Alex su Dreinor rimanendogli accanto per la maggior parte del suo viaggio, in particolare nei momenti più difficili che il giovane dovrà affrontare, aiutandolo a ritrovare sé stesso.

Valuto la trilogia 4 stelle su 5; ritengo valga davvero la pena di leggerla e lasciarsi trasportare sul pianeta di Dreinor. Prima di salutarci, vi propongo qualche estratto:

“Il sonno di Alex fu interrotto bruscamente da un violento urto che lo allarmò e lo fece saltare in piedi come un grillo. Guardandosi attorno vide che la barca era ferma, attraccata a un piccolo molo, ancor più malandato di quanto non fosse stato quello da cui erano salpati. Il legno con cui era costruito era marcio e fatiscente. Morrigan stava legando saldamente la barca a un albero che era cresciuto accanto agli assi divelti del pontiletto, aiutato da un sorridente Erick Winwer che non a smetteva più di parlare e gesticolare. Alex trasecolò.
«Erick! Ma che diavolo…» s’interruppe, notando che sui sassi della riva erano raccolti in concitata discussione anche Colin, Gen Ansel e Starck.
«Ben tornato tra i vivi, Alex!» esclamò dietro di lui una voce conosciuta, facendolo trasalire.
Girandosi di scatto vide un sorridente Xever, intento a esaminare una brutta ferita al petto di Mavel, ancora sraiato incosciente sul fondo della barca.
Anche Winwer si accorse in quel momento che Alex era sveglio e si precipitò sul pontiletto per salutarlo.” (Il secondo Guardiano, 2011)

“La corte nuovamente rumoreggiò e un lampo stupito attraversò gli occhi dei componenti della famiglia reale. Un sorriso compiaciuto comparve negli occhi di Druick, e Alex provò rabbia”: ciò che aveva appena affermato era la verità e non, come probabilmente il re stava pensando, una bella frase detta per ingraziarsi la maggioranza dell’Alto Consiglio. E tanto meno per assecondare il mago di corte.
«Belle parole, Brein Hadley. Ma sono i fatti che parlano! Sappiamo che sei venuto in possesso del Sacro Anello Nero sottraendolo al cadavere dell’Alto Guardiano e, assieme al mago di corte del re del Kerner e al Guardiano dell’Anello Bianco, te ne saresti andato di soppiatto! Forse per consegnare il Sacro Anello ai tuoi compagni kerneir?» era stato il principe Roland a parlare, con rabbia trattenuta a stento.
«Ho preso l’anello, è vero. Ma per riportarlo al Tempio della Dea Aven e rimetterlo al suo dito. E anche questo posso giurarlo sulla mia vita». Alex replicò deciso e sicuro di sé. Tutto quello che diceva, era la pura verità.” (Il drago e l’unicorno, 2013)

“Già il mattino seguente, la febbre della madre di Lucas era scesa. Alex rimase soddisfatto a osservare il giovane padrone di casa che aiutava la donna a mettersi seduta a letto, sistemandole meglio i cuscini dietro la schiena. Dalla piccola finestra le prime luci di un giorno bigio entravano a rischiarare la stanzetta.
«Dovrai continuare a darle la medicina, Lucas, mi raccomando. È importante, se non vuoi che le ritorni la febbre» raccomandò il Guardiano all’altro, che annuì grato.
La madre di questi lo guardò incredula. Era una donna ancora giovane, ma resa prematuramente vecchia dalla dura vita che aveva sempre condotto. I lunghi capelli erano raccolti in una coda disfatta, le cui ciocche scarmigliate ricadevano a coprirle in parte il volto.
«Perché fai questo per me, mio Signore?» chiese perplessa, guardandolo con i grandi occhi scuri. «Ho incontrato diversi wolfing nella vita, e a nessuno è mai importato della mia presenza. Sono consapevole di contare meno di zero».
Alex si incupì: «Stupidaggini. Tutti contiamo qualcosa, a questo mondo; non dovresti pensarle nemmeno, queste cose. E tanto meno crederci quando altri te le dicono.»” (Lo spettro del drago, 2014)

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