[ARTICOLO] COMPAGNI LETTERARI - I ROMANZI CHE HANNO SEGNATO IL MIO PERCORSO

Harry Potter - J. K. Rowling
Come ben saprete, Harry Potter è una serie composta da sette romanzi, la trascrizione di uno script teatrale, tre libricini appartenenti alla ‘biblioteca di Hogwarts’ e tanto, tanto altro, al punto da formare quello che, oggi, è conosciuto come il Wizarding World.
Sorvoliamo sulle critiche che, negli anni, sono state mosse all’autrice (e ne sono state mosse parecchie): sicuramente, Harry Potter è stata la saga letteraria con cui sono letteralmente cresciuta e che ho letto e riletto fino allo sfinimento.
Da Harry Potter posso dire di aver sicuramente assorbito alcuni valori che, personalmente, considero importanti, primo fra tutti l’amicizia del cosiddetto ‘Golden Trio’. Non dimentichiamoci, però, che questa amicizia è stata più volte messa alla prova e due esempi calzanti sono durante il quarto volume (Harry Potter e il Calice di Fuoco) e durante il settimo (Harry Potter e i Doni della Morte). In entrambi i casi, il personaggio di Ron mostra tutta il suo essere una persona fragile e ‘umana’, pronto però a riconoscere i propri errori e a provare a provi rimedio.
Il Ciclo di Shannara - Terry Brooks
La trilogia conosciuta come Il Ciclo di Shannara, scritta da Terry Brooks, mi venne consigliata, ai tempi, da un mio cugino, con cui ho condiviso molte letture della mia adolescenza (e anche successive).
Nella sua semplicità - richiama moltissimo lo schema ‘tolkeniano’ della compagnia di eroi che deve partire per assolvere a bene superiore - è una trilogia molto accattivante e ben scritta, che porta il lettore a immergersi nelle gesta dei protagonisti e a soffrire e gioire con loro.
Tra gli oggetti magici presenti all’interno dei romanzi, quello che ho trovato forse più geniale è la cosiddetta spada di Shannara, un’arma incantata che mostra la verità su sé stessi e sul proprio avversario. A pensarci in retrospettiva, è davvero qualcosa di terribile, in grado di distruggere anche le persone più ‘buone’.
La Ruota del Tempo - Robert Jordan & Brandon Sanderson
La Ruota del Tempo ha la bellezza di quattordici volumi, più un prequel, al proprio attivo. Partorita dalla mente dell’americano Robert Jordan, la serie venne poi conclusa da Brandon Sanderson a seguito della morte di Jordan nel 2015.
Il primo volume, L’Occhio del Mondo, sembra ricalcare quasi fedelmente la Compagnia dell’Anello di J. R. R. Tolkien, ma poi la storia si anima di vita propria, prendendo una strada totalmente differente dalla ‘guida’ de Il Signore degli Anelli.
Uno degli aspetti che più mi ha fatto riflettere? La presenza di una società di stampo matriarcale, con un’inversione dei ruoli di genere e degli stereotipi che, di primo acchito, fa storcere un po’ il naso. Come dico sempre, parlando de La Ruota del Tempo, farei personalmente fuori buona parte dei personaggi femminili (e pure di quelli maschili), per come sono stati scritti.
Ma, anche qui in retrospettiva, mi rendo conto di come la decisione di descrivere Randland in una determinata maniera, con gli stereotipi di genere invertiti, mostri una realtà forse difficile da digerire: una qualsiasi società funziona nel momento in cui vi è equilibrio, non quando vi è un governo più di stampo matriarcale (come in questo caso) o patriarcale.
Il Conte di Montecristo - Alexandre Dumas
Romanzo d’appendice scritto tra il 1844 e il 1846, pubblicato per la prima volta in Italia nel 1846, è forse il romanzo di Dumas padre che più ho apprezzato. Protagonista niente meno che il famigerato ‘conte di Montecristo’, dietro il cui titolo si cela il marsigliese Edmond Dantès, vittima delle circostanze e dell’invidia degli uomini.
Le vicende del romanzo, che si attestano tra il 1815 e il 1838, vertono attorno al sentimento della vendetta: il protagonista, infatti, riuscito a scappar dalla prigione dov’era stato ingiustamente incarcerato, ha come obiettivo ultimo quello di farsi giustizia su coloro che lo hanno incastrato, di fatto togliendogli tutto, non solo quattordici anni in una cella del Castello d’If.
Sebbene la vendetta sia sostanzialmente il tema principale del libro, in quanto il protagonista è accecato dal desiderio di ripagare con la stessa moneta quanto gli sia stato ingiustamente fatto patire, Dumas fornisce uno spaccato dell’epoca in cui ambienta le proprie vicende, principalmente in Francia, e impalca una struttura narrativa articolata.
C’è davvero soddisfazione nella vendetta?
L’ultima legione - Valerio Massimo Manfredi
Scoprii Manfredi al liceo, quando mi diedero da leggere un altro suo romanzo, Lo scudo di Talos. Ho però preferito scegliere L’ultima legione, per questo articolo, probabilmente perché tra tutti i romanzi che ho avuto modo di leggere suoi, è forse quello che mi piacque di più e che ogni tanto mi capita di rileggere.
Al netto delle ovvie licenze che Manfredi si è preso - alla fine, il libro narra in maniera elegante della nascita della leggenda di re Artù in Britannia - la componente storica è molto ben ricercata, la prosa attenta e scorrevole. La gestione della mitopoiesi è pulita, richiamando quella corrente di pensiero che vuole il mitologico Uther Pendragon e l’ancor più leggendario Re Artù, suo figlio, essere vissuti a cavallo tra il tardo V secolo e il successivo, anziché in un’epoca posteriore, nell’immaginario collettivo più ‘medievale’.
Ho trovato piacevole l’impostazione che l’autore ha voluto dare all’intera narrazione, fondendo il mito alla storia in maniera elegante e dando vita a un romanzo godibile, soprattutto per chi, come me, è un grande appassionato del ciclo arturiano.
Avendolo letto da giovane, negli anni del liceo, da questo romanzo ho potuto scoprire quindi che, in realtà, personaggi come Uther Pendragon o re Artù non fossero, come l’immaginario comune li vuole, imponenti cavalieri medievali, ma uomini appartenenti a quell’epoca di passaggio che gli storici inquadrano come epoca ‘tardo-antica’. Insomma, terra di nessuno, di passaggio tra l’epoca romana e l’epoca medievale.
Conclusioni
Se a sorprendervi è l’assenza de Il Signore degli Anelli, non vi preoccupate, la spiegazione è semplice: non ho ancora avuto modo di leggerlo integralmente, quindi ho preferito lasciarlo da parte, a un momento in cui lo avrò letto tutto.
Il mio genere di preferenza, almeno a livello di lettura, è indubbiamente il fantasy, sebbene non disdegni il fantastico più in generale, nonostante preferisca più ‘guardare’ che ‘leggere’ la fantascienza.
Ciò non toglie che, nel mio leggere un elevato numero di libri ogni anno, mi capiti di spaziare e di scegliere anche altri generi letterari, come romanzi storici o, addirittura, proprio altri veicoli di lettura, quali i manga e/o fumetti (che sono letture fresche di questi ultimi mesi).
In questo articolo ho proposto solo un numero irrisorio di romanzi, saggi, letture che mi hanno in qualche modo colpito nel corso degli anni, ma sono una frazione infinitesimale dei libri che mi sono passati tra le mani in quasi trent’anni di vita (e più di una ventina di letture).
Anzi, come avrete sicuramente notato non ho inserito (almeno in questo contesto) nessun saggio. Non perché non ne abbia mai letti (ne ho affrontati diversi sia per motivi di studio, sia per interesse personale), ma perché non è forse questo il contesto giusto.
Magari il prossimo articolo sarà dedicato esclusivamente alla saggistica, ma nel frattempo…
Buona lettura e a presto!
La Saga di Harry Potter la AMO!
RispondiEliminaIl Conte di Montecristo ha segnato molto anche me, vivevo un periodo difficile e mi ha veramente aiutato a tirarmi su.
RispondiEliminaQuesto articolo mi ha davvero colpito! È un'idea che non mi ero mai posta direttamente, ma è verissimo: ci sono libri che ci accompagnano e che, in un modo o nell'altro, finiscono per segnare tappe importanti del nostro percorso.
RispondiEliminaHo trovato molto interessante la tua selezione. Tra i titoli che hai menzionato, l'unico che non conosco è "L'ultima legione". Sai che potrebbe essere un ottimo spunto per le mie letture estive? Grazie per l'idea!
Il romanzo "L'ultima legione" merita tantissimo! Quando poi ti capita, vedi anche il film (ma rigorosamente dopo aver letto il libro, però!).
EliminaUn articolo davvero sentito e ben espresso! È incredibile come certi romanzi diventino veri e propri pilastri nella nostra crescita personale. Ho apprezzato molto la tua capacità di far emergere non solo i titoli, ma il perché quei libri sono stati così importanti. Mi chiedo, c'è un libro che, inaspettatamente, ti ha sorpreso più di tutti nel suo impatto sul tuo percorso?
RispondiEliminaUno che non ho inserito in questa lista, per la verità. Si tratta di una raccolta di racconti dedicata a Doctor Who e fatta uscire dopo la pandemia, dove si raccoglievano tutte le storie brevi pubblicate proprio per il lockdown su sul sito di Doctor Who e alcune inedite. Per quanto 'semplici', leggerle la prima volta (e rileggerle) mi ha aiutata e mi aiuta quando mi sento giù.
EliminaIo penso di essere letteralmente diventata adulta insieme ai romanzi di Stephen King. E ora che ho 44 anni... non ho ancora smesso... o non sono ancora cresciuta!!
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