[RECENSIONE] "ECHOES OF THE GREAT SONG" DI DAVID GEMMELL

Eco del Grande Canto è un romanzo dell'autore britannico David Gemmell, pubblicato per la prima volta in Italia nel 1999 (l'originale in lingua inglese, intitolato Echoes of the Great Song, risale al 1997) da Fanucci Editore.

📚DALLA QUARTA DI COPERTINA📚

Presuntuosi ed egoisti, gli Avatar dominavano con la magia e le scienze arcane un mondo ormai decaduto. Ma poi due lune apparvero nel cielo, e un nemico terribile varcò la soglia fra i mondi. Le armate assetate di sangue della Regina di Cristallo sciamarono per la Terra, portando devastazione e terrore, lasciandosi dietro una montagna di cadaveri da sacrificare.

Mentre le città stavano per affrontare la distruzione, tre eroi si prepararono a sconfiggere il nemico: Talaban, un guerriero tormentato dal suo passato tragico; Mano-di-Roccia, il mistico uomo delle tribù in cerca del suo amore perduto; e Anu, il Santo, l'Architetto del Tempo. Accanto a loro, diversi personaggi, tra i quali ricordiamo il Questore Ro e la Vagar Sofarita, toccata dai Cristalli.

👀OPINIONE PERSONALE👀

Lessi per la prima volta questo romanzo ormai diverso tempo fa, probabilmente stavo frequentando i primi anni del liceo, grazie a mio cugino, che mi prestò la sua copia. Una volta conclusa la lettura, restituii il romanzo al suo proprietario, perdendo totalmente di vista il titolo, che pure mi era piaciuto.

Solo recentemente ho avuto modo di 'ripensarci' e, approfittando di una buona offerta sullo store del kobo, ho acquistato la copia digitale, in inglese, e l'ho riletto. Nonostante, quindi, sia passato qualche anno dalla prima lettura (in italiano) e le successive (in inglese), la mia opinione in merito difficilmente è cambiata (anzi, rileggendolo non più con la maturità della quindicenne, ma di una quasi trentenne posso dire di aver apprezzato di più il tutto).

Dico subito che il romanzo mi è piaciuto. Così come mi era piaciuto la prima volta (e, probabilmente, da qualche parte nel mio cervello ne era rimasta memoria), mi è piaciuto alla lettura successiva. Certo, alla seconda lettura, sicuramente io non ero la stessa persona che ero quando lo lessi alla prima volta, ma la sensazione di piacere ricavata dall'approcciarmi a questo racconto è stata la stessa della prima volta.

A una seconda lettura mi sono anche resa conto di un aspetto sul, al primo giro, non mi ero soffermata più di tanto: Gemmell struttura la narrazione in maniera tale da far fondere il mito con quanto 'realmente' accaduto ai propri personaggi. Ed ecco, quindi, che in parallelo alla narrazione relativa all'ultimo sacrificio degli Avatar, vi è la lettura 'mitologica' fornita dalle tradizioni orali del popolo di Mano-di-Roccia, che esalta in particolar modo le azioni di alcuni di loro.

In uno degli articoli pubblicati recentemente all'interno del sito, ho parlato dei libri che hanno plasmato il mio percorso di crescita letteraria. Non ho inserito questo romanzo. Solo ora, mentre ne parlo all'interno di questa recensione, mi rendo conto di quanto averlo letto mi abbia 'segnata', positivamente, e di come mi abbia spinto a leggere altri romanzi di Gemmell, facendomi scoprire la serie dei Drenai.

Gemmell presenta una civiltà, quella degli Avatar, in declino, declino causato da una catastrofe climatica irrimediabile, che ha distrutto sulla propria scia tutto quanto questi avessero mai costruito. Non rendendosi pienamente conto della propria decadenza, nonostante i ripetuti tentativi falliti di ritornare ai fasti precedenti, gli Avatar si ritroveranno a fare i conti con la realtà quando dovranno affrontare un'invasione che li annienterà definitivamente.

Al contempo, l'altra faccia della medaglia è data dalla presenza di popolazioni meno 'avanzate' rispetto a quella degli Avatar, di cui almeno una a loro soggetta, che si ritroveranno finalmente liberi di poter crescere come civiltà una volta che questi saranno spazzati via, nell'estremo (e riuscito) tentativo di impedire l'invasione da parte di un avversario apparentemente imbattibile.

Se c'è un libro da leggere, è sicuramente Eco del Grande Canto.

Commenti