[ARTICOLO] LA RUOTA DEL TEMPO - ROBERT JORDAN & BRANDON SANDERSON

La Ruota del Tempo (The Wheel of Time in originale) è una serie di romanzi fantasy composta da 14 volumi e un prequel, ideata da Robert Jordan e conclusa da Brandon Sanderson alla morte del primo nel 2005, a causa di una malattia degenerativa.

Non scriverò una recensione all'enorme lavoro compiuto da Robert Jordan e da Brandon Sanderson, non renderei giustizia a una pubblicazione di spessore come è La Ruota del Tempo. La serie affonda le radici nel fantasy più classico e tradizionale, prendendo numerosi spunti dal lavoro di Tolkien, ma poi spiccando il volo, trasformandosi in qualcosa di completamente a sé stante.
Quello che posso dire, in merito alla serie, è che si nota l'immenso lavoro di world building che Jordan ci ha messo dietro e che avrebbe sicuramente continuato a metterci, se solo non si fosse spento, prematuramente, nel 2005. Purtroppo, a mio personalissimo avviso, la differenza di narrativa, scrittura, impostazione si nota radicalmente (ho letto i romanzi in inglese) tra il creatore dell'opera e chi si è caricato del complesso impegno di portare a termine per lui il lavoro.

Anche se, personalmente, alcuni dei personaggi (sia femminili che maschili) ideati da Jordan non mi sono piaciuti particolarmente (e, nel corso della narrazione, a mio avviso, nemmeno si può dire siano migliorati ed evoluti moltissimo, anzi ho trovato siano peggiorati parecchio, al limite della mia sopportazione), altri ho imparato ad apprezzarli molto, perché hanno avuto una crescita che me li ha resi più tridimensionali man mano che procedevo con la lettura.

Partiamo dal presupposto che The Wheel of Time va inserita nel contesto storico all'interno del quale inizia a essere scritta e pubblicata. Il primo romanzo, L'occhio del mondo (The Eye of the World), vede infatti la luce a metà gennaio 1990; l'ambientazione è tipicamente fantasy, l'evolversi delle vicende, almeno in questo volume, richiama e ricalca perfettamente lo stilema offerto da Tolkien. La società è totalmente l'opposto rispetto a quella a cui siamo abituati, con una forte componente matriarcale e comportamenti portati all'eccesso, quasi ridicoli per la loro esagerazione.

Alcuni saggi dedicati alla Ruota del Tempo e al mondo che Jordan vi ha creato attorno, come per esempio Origins of the Wheel of Time di Michael Livingston o The World of Robert Jordan's The Wheel of Time curato da Teresa Patterson (ma anche The Wheel of Time Companion. The People, Places, and History of the Bestselling Series, scritto da Harriet McDougal, Alan Romanczuk e Maria Simons), offrono delle interpretazioni relative alla scelta fatta nel voler rendere questo universo narrativo matriarcale e con uno stravolgimento dei ruoli rispetto alla società attuale. 

Per come ho interpretato io il lavoro di Jordan, sembrerebbe quasi che questi volesse dimostrare come vi fosse (e vi sia) bisogno di un equilibrio, oltre che di un'equità, per permettere alla società di evolversi e svilupparsi, senza che essa sia per forza caratterizzata da una struttura più di stampo patriarcale o matriarcale.

Ci sarebbero davvero tante cose da dire in merito al lavoro di Jordan, la maggior parte delle quali già espressa, in passato, da critici migliori di me. Anche più oggettivi nell'espressione delle loro opinioni in merito a un lavoro di questo tipo. Dal canto mio posso dire che è un'opera, nel complesso, con del potenziale, parte del quale è riuscita a soddisfare e parte, a mio personalissimo avviso, no.

L'esempio più facile che mi viene da fare riguarda i personaggi e l'esasperazione di alcune dinamiche a essi correlate, al punto tale che il lettore (o almeno, questa lettrice) è portato a volerne defenestrare la maggior parte. Poi, sempre a livello personale, qualcuno lo salvo, ovviamente, ma sono gusti miei propri, non necessariamente condivisibili o condivisi da altri lettori/fan della serie.

Come dicevo, c'è proprio un'esasperazione nel presentare un'inversione di ruoli, un'inversione di luoghi comuni, che può facilmente portare a storcere il naso. Basti solo vedere come sono presentati gli uomini (l'unica definizione che mi viene da dare è 'come comari') e come vengono poste le donne, agli antipodi rispetto ai luoghi comuni che, parzialmente ancora oggi, imperano.

Nel complesso, a livello proprio personale, non posso dire comunque che mi sia dispiaciuto leggere La Ruota del Tempo; nel mio piccolo, posso dire che mi sia comunque piaciuta, sono riuscita a trovare spunti positivi che mi abbiano fatto apprezzare il lavoro non solo di Jordan, ma anche quello di Sanderson, motivo per il quale io desidero consigliarne la lettura. Magari anche voi troverete degli aspetti che vi potranno far dire 'ne è comunque valsa la pena'.

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